Less is (not) more - Salone del Mobile 2018



Probabilmente è questo il mantra della 57esima edizione del Salone del Mobile che ha animato, permeato e elettrizzato Milano dal 17 al 22 Aprile 2018, un appuntamento fisso con il design che si radica ancora più in profondità nella tradizione artigiana del Made in Italy proiettandosi al contempo verso un futuro tecnologicamente avanzato ed ecosostenibile: nasce lo stile “modernico”. Il processo di rinnovamento ha caratterizzato il primo Manifesto del Salone, incentrato sulle tematiche di qualità, innovazione, collaborazione, inclusione e valorizzazione del patrimonio culturale.





L’anima che ha pervaso questo Salone è stata quella di avere più anime, sfaccettature molteplici dello stesso percorso estetico oscillante tra la ricerca della purezza ed il ritorno al classico o l’ironia pop e l’iper decorazione, con una tendenza comune al revival anni ’80. L’inno all’estetica Eighties, comune al panorama del design come per moda, cinema e serie tv contemporanee, si materializza con il glamour scintillante tipico dei club attraverso un approccio massimalista: matericità, legni pregiati, marmi rari, onice e vetri opalescenti, intarsi in paglia e cuoio, mosaici, velluto, superfici glossy, metalli lucidi, pellicce, linee sinuose e sensuali che accarezzano vista e soprattutto tatto.





Gli ambienti dei vari stands si condensano in piccoli musei della quotidianità, collezionando complementi d’arredo con una propria storia, elementi astratti, solidi primitivi, forme ridotte all’osso, come una sorta di arredo-scultura alla Modigliani: è il caso di Vitra, che gioca con i propri pezzi iconici in ambientazioni surreali dai toni aranciati o asettiche e geometricamente radicali come quelle di Superstudio. Anche Tonelli espone volumi netti e definiti in vetro lucidato come in un quadro di De Chirico. Il surrealismo di Magis si esprime con gli archi depurati da qualsiasi accenno di decorazione che fanno da fondale per le lounge chairs e le poltroncine in tessuto imbottito nella palette calda dell’avorio, dell’arancio e del senape come in un’architettura messicana di Barragán. Il calore dell’America Latina si respira anche attraverso la selezione di essenze verdi che hanno spodestato la giungla tropicale lussureggiante dell’anno passato: cactus, steli di canne, foglie di agave e erba della pampa crescono negli angoli dello stand di Lema.






Anche le tonalità cromatiche si accendono e tingono di rosso le pareti materiche di Fast e i tessuti pregiati di Softhouse, uniti a dettagli in oro e bianco opaco.

La superficie aurea è protagonista anche nel Salone Internazionale del Bagno: Gessi ricrea un labirinto tra cascate illuminate da neon, vasche nascoste da foglie tropicali, lavabi in marmo con rubinetterie minimali dai toni dark ma impreziosite da finiture dorate.




EuroCucina invece parla della cucina come cuore vitale della casa vissuta anche se raffinata e tecnologicamente all’avanguardia, come una vera cucina professionale: è proprio su questa scia che emerge il materiale per eccellenza dei piani di lavoro e dei componenti di questo Salone 2018, ovvero l’acciaio. Un’ultima nota per la celebrazione del patrimonio artistico e creativo made in Sicily di Smeg+Dolce e Gabbana, che realizzano una linea di frigoriferi iper decorati come piccoli carretti siciliani o superfici in maioliche azzurre e bianche.






Salvo rare eccezioni pop, ironiche e irriverenti che rompono gli schemi e si distanziano dall’estetica soft (come succede per Seletti+ToiletPaper), l’idea che emerge visitando il Salone del Mobile è quella che la manifestazione abbia ormai raggiunto uno standard estetico e tecnico molto alto, ma con la tendenza silenziosa ed imperante di seguire uniformemente un trend diverso e un po’ modaiolo anno dopo anno, pur mantenendo le radici nel passato del Design con la D maiuscola.





Irene Bagni per Giulia Nicole
Photo Credits: Irene Bagni

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